Missione
RUniPace promuove – all’interno e all’esterno della comunità universitaria – la riflessione sulla responsabilità sociale di tutte le discipline e l’attenzione alla costruzione e al consolidamento della pace con mezzi pacifici come vocazione costitutiva dell’Accademia e come perno delle attività di ricerca, didattica, formazione e terza missione.
Sostiene gli Studi per la Pace come disciplina accademica a forte caratterizzazione interdisciplinare e in chiave di ricerca/azione, nella quale sono legate teoria e pratica di trasformazione della realtà. Favorisce l’educazione alla pace, alla nonviolenza, alla non discriminazione e al dialogo. Valorizza il ruolo delle donne nei processi di pace ad ogni livello. Contribuisce alla creazione di condizioni favorevoli alla leadership delle giovani generazioni nei processi di pace.
Visione
RUniPace crede nella nonviolenza come approccio alla risoluzione dei conflitti, per costruire una cultura del dialogo, del rispetto, dell’inclusione, della solidarietà e della condivisione, in attuazione dei principi costituzionali e dei principi internazionali di dignità della persona, libertà, giustizia e democrazia. Promuove la solidarietà e la comprensione reciproca tra i popoli, i diversi gruppi etnici e culturali, le minoranze, in un contesto in cui le diversità sono concepite come fonte di arricchimento reciproco.
RUniPace fa proprie:
- la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, il cui preambolo ricorda che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”;
- la Risoluzione 70/1 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015 su “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, che afferma che “lo sviluppo sostenibile non può essere realizzato senza la pace e la sicurezza, e queste a loro volta saranno a rischio senza uno sviluppo sostenibile”.
- la Dichiarazione delle Nazioni Unite sul Diritto alla Pace (2016), secondo cui “ognuno ha il diritto di godere la pace in modo che tutti i diritti umani siano promossi e protetti e lo sviluppo sia pienamente realizzato” (art. 1); e gli Stati hanno l’obbligo di “rispettare, implementare e promuovere” la pace nel suo contenuto multidimensionale, comprendente anche gli aspetti economici e sociali (art. 2);
- le raccomandazioni delle istituzioni internazionali relative alla necessità di valorizzare la partecipazione delle donne e l’approccio di genere nella costruzione della pace (risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n.1325 del 31 ottobre 2000 su “Donne, pace, sicurezza”, e successive), accolte nei pertinenti Piani d’azione nazionali;
- le raccomandazioni delle istituzioni internazionali che hanno riconosciuto il ruolo fondamentale che i/le giovani possono svolgere nei contesti di peacebuilding e di promozione della pace e, al tempo stesso, la responsabilità degli Stati di incrementare la rappresentanza giovanile nei propri processi decisionali (Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Risoluzione n. 2250 su “Giovani, Pace e Sicurezza” del 9 dicembre 2015);
- la Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale, adottata dall’UNESCO nel 2001, secondo cui il rispetto per la diversità delle culture, la tolleranza, il dialogo e la cooperazione interculturale, in un clima di fiducia e comprensione reciproca, rientrano tra le migliori garanzie per la pace e la sicurezza internazionale.