Pace e Territorio
La costruzione della pace non può prescindere dalla dimensione spaziale e dal territorio, con le sue implicazioni economiche, sociali, culturali. In quanto processo situato, la pace è anzitutto un costrutto plurale. Occorre dunque disegnare le linee che collegano i pezzi delle condizioni di pace situate in posizioni e luoghi diversi, secondo assetti regionali che a livello internazionale e nazionale appaiono spesso squilibrati. La pace può essere creata e organizzata a scala dell’individuo, della famiglia, della comunità, della nazione, o su altre scale, come quella internazionale, cioè la sua dimensione più nota ma anche più fraintesa: in realtà, queste diverse scale sono spesso intrecciate. Le relazioni tra spazi, luoghi e pace sono ben visibili nell’uso strumentale della cartografia per sovvertire i confini e infrangere i precari equilibri di pace raggiunti. Sarebbe invece auspicabile proporre una mappatura dei confini per preservare, costruire e avere cura della pace a ogni livello di scala geografica.
La questione spaziale, alle varie scale geografiche in cui si manifesta (locale, nazionale, globale), è dunque fondamentale per accrescere la consapevolezza sulle dinamiche del potere, sul sistema delle diseguaglianze economiche e sui rapporti di forza (basati sulla tecnologia, sugli arsenali militari, sui dispositivi di controllo e uso dell’informazione eccetera). Dinamismi che mettono in crisi i fragili equilibri che reggono la pace ma che potrebbero invece fornire indicazioni su come immaginare un futuro meno problematico.
Non trascurabile è anche il ruolo svolto dalla questione ambientale. Accordi sovranazionali (Green Deal, Agenda ONU 2030, ecc.) in un senso, e la distruzione degli ambienti naturali (conflitti, land grabbing, water grabbing, ecc.) nell’altro, hanno un ruolo determinante nel mantenimento della pace.