GIOVANNA MARCONI
Coordinatrice gruppo "Costruire città pacifiche"
Università IUAV di Venezia
Dip. di Culture del progetto
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giovanna.marconi@iuav.it
Composizione del Gruppo di Lavoro
- Giovanna Marconi (Venezia IUAV)
Coordinatrice - Marina Carini (Milano Statale)
- Aide Esu (Cagliari)
- Ivana Padoan (Venezia Ca’ Foscari)
- Annalisa Giampino (Palermo)
- Angela Colonna (Basilicata)
- Nora Lombardini (Politecnico Milano)
- Francesco Chelli (Università Pol. Marche)
- Roberto Cornelli (Milano Statale)
- Maurizio Marceca (Roma Sapienza)
- Massimiliano Tabusi (Siena Stranieri)
- Mirella Loda (Firenze)
- Marco Picone (Palermo)
- Cristiano Chesi (IUSS Pavia)
- Olivia Longo (Brescia)
- Ivana Passamani (Brescia)
- Carlotta Coccoli (Brescia)
- Sonia Paone (Pisa)
- Antonello Calore (Brescia)
- Mariachiara Giorda (Roma3)
- Gennaro Gervasio (Roma3)
- Romina Gurashi (Roma Sapienza)
Costruire città pacifiche
In un mondo sempre più urbano e urbanizzato, dove già ormai dal 2008 più della metà della popolazione vive in aree urbane, le città – grandi o piccole che siano – sono il luogo per eccellenza dove concentrare gli sforzi per (ri)costruire una cultura della pace che sia condivisa, basata su solidi principi etici e sul rispetto dei diritti umani di tutti e tutte.
Le città sono ambienti complessi: motori della crescita e dello sviluppo (economico, sociale, culturale, civico) ma al contempo luoghi dove si concentrano diseguaglianze, violenze, conflitti e problemi ambientali. Culle di civiltà e laboratori di cittadinanza, ma anche incubatori di populismi, speculazioni, mercificazioni e appropriazioni volti ad accumulare profitti e potere nelle mani di pochi a discapito di molti.
Gli spazi urbani – e i modi in cui vengono pianificati, costruiti, usati, conservati, rigenerati – condizionano fortemente la qualità di vita quotidiana di abitanti e city-users. Come ciò viene fatto, dipende molto dall’idea e dalla visione di città (e dunque dal modello di sviluppo) perseguita dai tanti attori in campo, portatori di interessi diversi e spesso opposti: dalle amministrazioni locali alla società civile organizzata, dalle istituzioni pubbliche agli imprenditori privati, sino ai singoli cittadini.
Si può promuovere (o rivendicare) una città inclusiva che garantisca equo accesso alle opportunità che offre – dai servizi ai trasporti, dalla casa al lavoro, agli spazi pubblici, etc. – o sostenere (in nome dello sviluppo) processi quali la finanziarizzazione dello spazio, la turistificazione, il branding cittadino, i grandi eventi, la gentrification… che hanno come esito l’aumento delle diseguaglianze e della frammentazione urbana e l’erosione dei diritti.
Le Università, attraverso le ricerche e azioni (terza missione) che realizzano sul (e con gli attori del) territorio su temi quali lo sviluppo sostenibile, la giustizia, l’intercultura, l’inclusione socio-spaziale, l’ambiente, i beni comuni, la cittadinanza attiva, i diritti inalienabili, la legalità, le pari opportunità e così via, sono attori importanti/cruciali nella promozione di città più giuste, eque, solidali e pacifiche, alla costruzione delle quali possono dare un importante contributo.
Facendo proprio il concetto di ‘diritto alla città’ – introdotto da Lefebvre nel 1968 e ripreso nel tempo da moltissimi movimenti urbani e studiosi per ribadire con forza che il valore sociale della città dovrebbe sempre avere priorità rispetto al valore individuale (economico e finanziario) – con il progetto ‘Costruire Città Pacifiche’ RUnipace intende riflettere su questi temi e formulare proposte concrete, anche promuovendo veri e propri “laboratori urbani”.